La mia opinione sul Made in Italy

Una riflessione sul “Made in Italy”

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Nell’ambito della manifestazione Unfilodi. che si terrà Domenica 29 Giugno 2014 a Barberino di Mugello sono stato invitato ad esporre la mia opinione sul Made in Italy.

Voglio indicare qui sotto le linee dell’intervento che andrò’ a fare:

“Esistono allo stato attuale due leggi per definire se un prodotto o un manufatto è Made in Italy:

a) la legge 55 del 2010 denominata Reguzzoni Versace

b) la legge 166 art. 6 del 20 Novembre 2009 (100% made in Italy)

Nella legge 55 , piu’ recente, si definisce che  per un prodotto  basta che 2 delle 4 lavorazioni indicate dalla legge vengano effettuate sul territorio nazionale per essere commercializzato come ” Made In Italy”.

Nel tessile le 4 lavorazioni di cui si parla nella legge sono : filatura,tessitura,nobilitazione e confezione

In base alle sole due lavorazioni necessarie questo ha i seguenti effetti immediati :

a) Favorisce coloro che hanno delocalizzato parte della produzione

b) Favorisce l’importazione di semi-prodotti da paesi in via di sviluppo

c) Indebolisce o distrugge la filiera produttiva (in particolare sono a rischio i primi processi produttivi)

d) Contribuisce a creare concorrenza sleale tra chi fa un prodotto made in italy “puro” e fra chi importa e/o delocalizza .

e) Favorisce l’illegalità . Molte aziende (in molti casi create da imprenditori di origine cinesi ) sfruttando la filiera e il know how di alcuni distretti produttivi (es. Distretto Pratese) offrono un made in Italy che è un mix di semiprodotti provenienti dalla cina e lavoro ,sottopagato fra conterranei, sul nostro territorio.

f) Le aziende che hanno benefici da questa legge nella maggior parte dei casi trasferiscono i loro guadagni in paesi esteri dove le tassazioni sono minori impoverendo economicamente il territorio dove vengono effettuate le lavorazioni dove non vengono re-investiti i guadagni

Invece la legge 166/2009 parla di 100% made in Italy.

Anche qui molta confusione. Intanto si tratta di una legge modello “Milleproroghe” dove la definizione di 100% made in Italy viene trattata insieme a tanti altri argomenti che poco hanno a che fare fra di loro e sembra che debbano riempire o recepire vuoti legislativi.

PROPOSTA

La mia idea , per i motivi esposti sopra, è quella di rinforzare il concetto di made in Italy per non ingenerare confusione nei consumatori e proteggere una filiera produttiva che dovrà spostarsi verso un progetto di qualità piuttosto di quantità.

La soluzione migliore sarebbe far sì che ogni lavorazione (4 su 4) debba essere realizzata sul territorio nazionale affinché un prodotto possa essere identificato come made in Italy.

Oppure sfruttare la legge attuale per realizzare un registro delle imprese italiane , un po’ come succede agli hotels nel settore alberghiero dove si indicano con le stelle il grado e l’efficienza della struttura che sta per ospitarti.

Il cliente/ consumatore sceglie e valuta in piena coscienza a che struttura affidarsi.

Il metodo piu’ comune è quello delle famose stelle.

Infatti un cliente che viene dagli Usa sa che se va in un 5 stelle il servizio che ricerverà si presume sarà ottimo mentre se andrà in un 2 stelle starà un po’ alla sorte.

In questo senso dovremo catalogare le aziende che producono il Made In Italy .

In base alle lavorazioni effettuate sul territorio dare una stella (sono 4) , in piu’ la quinta stella da dare alle aziende con criteri meritocratici da stabilire.

Questo sarebbe utile sia ai buyers e /o consumatori stranieri che acquistano i nostri prodotti in piu’ sarebbero utili alle aziende italiane per giustificare un prezzo del prodotto che non puo’ essere lo stesso dei “semi-produttori” o dei “delocalizzatori”.

Allo stato attuale un prodotto a “2 stelle” sul mercato internazionale ha lo stesso valore di un ” 4 stelle” ma il prezzo di produzione finale è assai diverso !

Definire cio’ sarebbe il primo passo per arrivare a catalogare e ad informare cosa vuol dire comprare un prodotto italiano a 5 stelle !

Questo salvaguarderebbe la filiera produttiva, ridurrebbe l’illegalità (chi comprerebbe un made italy a 2 stelle?), ricreerebbe ricchezza sui territori.

Saluti e buon lavoro per contatti

Massimo Signori

signa@hotmail.it